Meglio il dito o il ciuccio?

La letteratura dimostra come l’allattamento al seno stimola e favorisce la crescita e lo sviluppo dento cranio oro facciale influenzando la dimensione dell’arcata dentale e profondità palatale al fine di una fisiologica occlusione (Ameta Primasari, Ngena Ria, Heriandi Sutadi , Putri Chairani Eyanoer – JDMS 2017).

È ben noto che l’abitudine alla tettarella del biberon e al ciuccio portano a cambiamenti funzionali occlusali durante lo sviluppo e crescita del complesso cranio – oro- facciali nei bambini.

Molti studi hanno dimostrato che la persistenza di queste abitudini oltre i 2 o 3 anni di età aumenta considerevolmente la probabilità di sviluppare problemi ortodontici, tra cui morso aperto anteriore, aumento dell’over jet, morso crociato posteriore e viso “allungato”.

Meglio il ciuccio o il dito per un lattante?

Quando si parla di consolazione nel neonato, una delle domande più frequenti tra i genitori è: meglio il ciuccio o il dito? Entrambe le opzioni rispondono a un bisogno fisiologico: la suzione non nutritiva, cioè quell’atto di succhiare che non serve per alimentarsi ma per rilassarsi e calmarsi.

Il ciuccio è spesso preferito dai genitori perché è facilmente gestibile: si può sterilizzare, scegliere nella forma e nel materiale più adatti, e – dettaglio non da poco – può essere tolto quando arriva il momento di disabituare il bambino. Tuttavia, l’uso prolungato oltre i 2-3 anni può influenzare negativamente lo sviluppo del palato e dei denti, di seguito ne approfondiamo l’argomento, e in alcuni casi può interferire con l’allattamento, soprattutto se introdotto troppo presto (prima del primo mese di vita).

Il dito, invece, è sempre a disposizione del bambino, che spesso lo trova da solo già nei primi mesi. La suzione del pollice o di altre dita è un comportamento spontaneo, naturale e rassicurante. Tuttavia, a differenza del ciuccio, non si può togliere facilmente, e alcuni bambini continuano a succhiare il dito ben oltre l’età consigliata, con possibili ripercussioni su occlusione dentale e postura linguale.

In sintesi, non esiste una risposta valida per tutti. Entrambe le abitudini hanno vantaggi e svantaggi. Il consiglio è osservare il proprio bambino, evitare pressioni e, se si sceglie di usare il ciuccio, farlo in modo consapevole: mai al posto del seno nelle prime settimane e non come unica strategia di consolazione. In caso di dubbi o uso prolungato, è sempre utile confrontarsi con il pediatra, un logopedista o un osteopata pediatrico per valutare l’impatto sullo sviluppo oro-facciale del bambino.

PERCHE’ BISOGNA TOGLIERE IL CIUCCIO ENTRO I 2 ANNI ?

La durata prolungata delle abitudini di suzione produce stimoli funzionali dannosi, che possono compromettere la posizione e la forza delle strutture stomatognatiche, con un impatto negativo sulle funzioni orali, tra cui la respirazione, la suzione, la masticazione, l’articolazione verbale fonatoria.

Le arcate dentarie, fungendo da confini strutturali per il posizionamento della lingua e delle labbra, sono intrinsecamente coinvolte durante l’espletamento delle sopracitate funzioni (Kelly Guedes de Oliveira Scudine , Camila Nobre de Freitas , Kizzy Silva Germano Nascimento de Moraes , Silvana Bommarito , Rosana de Fátima Possobon , Rosana Cristina Boni , and Paula Midori Castel, Front Pediat. 2021)

L’American Academy of Pediatric Dentistry (AAPD) e l’Internazionale Associazione di Oromiologia hanno consigliato l’intercettazione precoce e l’importanza di una gestione tempestiva di un’abitudine orale nociva.

 

    Osteopata Elena Lajolo osteopatia pediatrica 2

     

    Possiamo senz’altro affermare (secondo dati della letteratura recente e non) che i vizi orali sono nocivi in quanto:

    • hanno la tendenza a stabilire una “forma” facciale non fisiologica del bambino che sta crescendo (vestibolarizzazione incisivi superiori, morso aperto, cross bite, aumento over jet)
    • contribuiscono ad una “funzione” della muscolatura facciale impropria del bambino che sta crescendo (respirazione orale, ipertono mm. mentoniero, incompetenza labiale, disturbi articolatori del linguaggio, …)
    • hanno un effetto sull’ossatura che si sta sviluppando e sui tessuti del palato (palato ogivale, ipoplasia/retrusione mandibolare, malocclusione…)(P. Andretta 1992 Corso base TMF I° livello).

    La TMF logopedica è in grado di aiutare e sostenere il bambino e i genitori con un programma breve, economico con un risultato al 96% dei casi (D. Garliner MFT ed Saunders 1981)

    La TMF logopedica correttamente applicata è in grado di:

    • Aiutare il lavoro interdisciplinare tra pediatra – odontoiatra – ortodontista – foniatra – ORL- osteopati ed altri professionisti che interagiscono con le problematiche dell’età evolutiva.
    • Migliorare la qualità di vita del bambino che acquista sicurezza, indipendenza, una migliore crescita sotto tutti i punti di vista.
    • Migliorare la collaborazione e ridurre la spesa economica.

     

    (P. Andretta Valutazione e terapia Mio-funzionale Ed. ULI 1995) da Squilibrio Muscolare Orofacciale – Orofacial Myofunctional Therapy

       

       

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